Baldi Academy è il canale dedicato al mondo dei professionisti della cucina, un settore nel quale da più di 50 anni lavoriamo ad ogni livello e in tutta Italia. Puoi accedere ad articoli e a video di approfondimento – a fruizione libera – che consentono di potenziare il rendimento dei menu, ottimizzare in generale il management del cibo e il flusso di lavoro della tua cucina professionale.
Ristorazione e turismo rappresentano per un paese come l’Italia, forte di una tradizione culturale e gastronomica celebre e riconosciuta in tutto il mondo, un binomio vincente.
Noi di Baldi da sempre siamo al fianco dei ristoratori, non solo nelle attività quotidiane ma anche partecipando attivamente a momenti di dibattito e riflessione sui temi che ci vedono entrambi partecipi.
Ed è proprio sotto questa luce che abbiamo preso parte ad una lodevole iniziativa promossa da CNA e Brand Festival: “Poli: Senigallia Città Gourmet”.
Tra le diverse tavole rotonde ed interventi, annoveriamo la partecipazione al workshop “Gourmet Destination: diventare una meta turistica partendo dal buon cibo” tenuto da Roberta Simoni, una delle voci più importanti e autorevoli nel marketing nel settore travel& tourism enogastronomico, che ci ha offerto spunti di riflessione interessanti per ripensare in una maniera più critica e strategica il legame che stringe il mondo della ristorazione a quello del turismo.
Il tema della ristorazione a km 0 è sulla bocca di tutti e spesso il termine è utilizzato con un’accezione estremamente positiva, quasi che la sola etichetta “a km 0” possa garantire livelli di sostenibilità e qualità del prodotto.
Spesso si fa confusione sul reale significato del termine “km 0”, facendo adottare a ristoratori e consumatori comportamenti sulla base della loro personale interpretazione del termine e non quella effettiva:
La carne surgelata, come del resto tutti gli ingredienti che vengono conservati tramite questo metodo, vengono percepiti dal grande pubblico come una sorta di alternativa accettabile in mancanza del prodotto fresco, ma che, se dovessero essere messi a confronto, non passerebbero il test qualitativo.
Questo modo di considerare i prodotti surgelati come un ripiego è talmente radicato nel sentito comune che non solo i clienti spesso arricciano il naso quando nel menù leggono di piatti che fanno uso di questa tipologia di materia prima, ma sono spesso i ristoratori che cercano in tutti i modi di ridurre al minimo il loro utilizzo, in nome di una freschezza che da sola garantisca per la qualità del piatto.
In questo modo, però, si dà adito a pregiudizi e si rischia di privarsi di una tipologia di materie prime che non hanno nulla da invidiare rispetto alle controparti “fresche” in termini di qualità e che sono in grado di offrire ad un’attività di ristorazione un ampio ventaglio di versatilità nell’ideazione e preparazione dei piatti del menù.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha permesso la nascita di nuovi canali di comunicazione e, con essi, nuovi attori in grado di veicolare le informazioni: i food influencer ne sono un esempio per il settore del Food.
Il Food è da sempre un argomento capace di attirare l’attenzione, come testimoniato dal successo di programmi televisivi sul tema, pubblicazioni e, in ambito social, lo spopolare di pagine e profili dedicati.
Per prepararsi al meglio alle trasformazioni in arrivo nel settore della ristorazione, occorre un approfondimento rispetto ai food trends che caratterizzeranno il 2023.
I trends 2023 sono il frutto delle trasformazioni in atto a livello del settore e del continuo cambiamento delle abitudini e delle aspettative dei consumatori.
In questo articolo proseguiamo l’approfondimento sui nuovi food trends, facendo un focus su ciò che riguarda in particolare gli ingredienti.
Il 2022 è ormai prossimo alla fine e il nuovo anno si avvicina.
Ci lasciamo alle spalle un paio di anni complessi, che hanno visto le imprese della ristorazione trasformarsi e spesso radicalmente.
L’anno che sta per iniziare si presenta non meno ricco di sfide, che richiederanno una certa dosa di intraprendenza e creatività per superarle.
Nel dibattito che vede coinvolto il mondo della ristorazione sul tema dell’impatto ambientale del settore, non si può sorvolare sul tema di un uso della carne sostenibile.
La carne negli ultimi tempi è sul banco degli imputanti, e non completamente a torto: dalle condizioni di benessere del bestiame in allevamento, alla quantità di risorse impiegate (acqua, ettari di suolo per coltivazioni dedicate esclusivamente al foraggiamento animale) passando per l’utilizzo massivo di antibiotici… le criticità ci sono e non possono essere ignorate.
La sostenibilità è l’ingrediente che non dovrebbe mai mancare in cucina.
Non è un caso se un numero sempre maggiore di ristoranti (dai piccoli ai grandi, incluse le catene della ristorazione) adotta politiche di approvvigionamento degli ingredienti e strategie di costruzione del menù in ottica sostenibile.
Essere sostenibile, per un ristoratore, non significa soltanto compiere scelte consapevoli per la salvaguardia dell’ambiente e dell’offerta di prodotti di qualità certificata, ma anche adottare pratiche di gestione in grado di ridurre al minimo gli sprechi, generando ricadute positive sui costi di gestione dei servizi (e quindi sulla marginalità del ristorante).
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